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IL DISCO
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Se allÆepoca della realizzazione dellÆultimo album di Roger Waters, Amused To Death, tutta la
stampa specializzata, nazionale ed estera, si era mostrata concorde nellÆelogiarlo in blocco,
definendolo unÆopera eccellente, non altrettanto si Φ verificato per il nuovo lavoro del gruppo,
The Division Bell, che ha suscitato giudizi molto discordanti da parte della critica, che in
taluni casi ha lodato in altri bocciato lÆattesissimo seguito di A Momentary Lapse Of Reason.
Ma, come si suol dire in questi casi, il giudizio definitivo lo dα il pubblico e, sotto questo
punto di vista, The Division Bell ha superato ogni pi∙ ottimistica previsione raggiungendo la
vetta delle classifiche in Inghilterra, negli Stati Uniti, in Italia, in Francia e nella maggior
parte dei paesi europei.
Ma veniamo alla rassegna stampa. ôIl rock sogna ancoraö ha entusiasticamente titolato Gino
Castaldo su ôLA REPUBBLICAö che ha definito lÆalbum ôun kolossal sonoro che ben risponde alla
fama immaginifica e ipertecnologica della band, un ridondante viaggio onirico di 66 minuti,
corredato di suoni straordinari, curati fino alle massime raffinatezze consentite oggi dalle
tecniche dÆincisione...Il mondo dei Pink Floyd appare oggi come una lussureggiante Arcadia,
dorata e malinconica, un mondo di rara perfezione sonora, dove la lente del sogno conferisce al
la scoperta di sentimenti e veritα esistenziali, la morbidezza fatata del viaggio fantastico...
In alcuni momenti, come nella splendida ôPoles Apartö, sembrano perfino in grado di aggiungere
qualcosa di nuovo allÆicona monumentale della musica del gruppo...ö.
ôTorna ancora pi∙ cupa la faccia della lunaö, ha titolato Mario Luzzato Fegiz su ôIL CORRIERE
DELLA SERAö. Egli ha definito The Division Bell ôun esercizio nel quale essi cercano di
recuperare il meglio della loro tradizione vocale e strumentale. Tecnicamente, il risultato cÆΦ
anche se dα pochissime emozioni. E i primi a rendersene conto sembrano proprio loro...ö(dopo
unÆaffermazione del genere, da parte di uno che si considera uno dei pi∙ importanti critici
musicali italiani, non resta altro da fare che mettersi le mani nei capelli...).
Marco Mangiarotti, su ôIL GIORNOö, ha affermato che i Pink Floyd ôrileggono il loro passato con
una consapevolezza ed un rigore del tutto diversi, perchΘ i visionari e psichedelici Pink Floyd
sono oggi in grado di scrivere, disegnare, montare ed interpretare un ambizioso progetto
multimediale di arte contemporanea e rock. Di arredare gli spazi della memoria e del mito con il
catalogo stimolante e la sontuosa colonna sonora di The Division Bellö.
ôPink Floyd: lÆimportante Φ non cambiareö, ha sinteticamente titolato Gabriele Ferraris su ôLA
STAMPAö, dimostrandosi piuttosto critico nei confronti di ôuna band che era celebrata quando in
Vietnam si moriva ed in Italia si contestava...The Division Bell Φ, in effetti, un disco
inquietante; parte la musica ed Φ subito straniamento...Prodotto dÆaltissimo mestiere, e
scarsissima ispirazione, venderα a milioni; soltanto ci≥ che Φ giα stranoto pu≥ conquistare in
fretta un pubblico planetario. E qui ci sono 66 minuti, 11 brani di ôPink Floyd musicö che pi∙
Pink Floyd non si pu≥; premeditata colonna sonora per le baracconate degli imminenti concerti..
ôNuove canzoni per vecchi visionari del rockö, ha titolato Alba Solaro su ôL'UNITA'ö che ha
definito The Division Bell ôun disco che si snoda tra sonoritα in espansione, spunti
orchestrali, il riverbero delle chitarre, lÆampio uso di rumori registrati, come da tradizione,
mentre i testi vanno dalle filosofie evoluzioniste alle amare considerazioni sullÆEuropa dopo
la caduta del Muro, fino agli usuali squarci di incubo, di ôquieta disperazione quotidianaö, che
fanno da sempre parte del loro immaginario. Un grande affresco pieno di autocitazioni, insomma,
che si sforza di stare il pi∙ possibile alla larga dai barocchismi che avevano segnato le ultime
avventure dei Pink Floyd...ö.
ôUn poÆ meno Pink...ö Φ stato il critico commento di Giorgio Monteduro su ôIL RESTO DEL CARLINOö
, piuttosto deluso da questo nuovo lavoro del gruppo da lui definito ôglobalmente deboluccioö,
nonostante che ôgli elementi positivi ci sarebbero tutti...Ma Φ lo smalto che non Φ pi∙ lo
stesso, la freschezza e la genuinitα immediata del sound, insieme magico e modernissimo,
elettrico eppure romantico dei Pink Floyd degli anni Settanta e Ottanta...I temi trattati sono
quelli classici della band, ma cominciano a sembrare studiati a tavolino, premeditati (troppo),
ben pianificati e, in una parola, quasi senzÆanima...ö.
ôViaggio nella leggendaö, ha entusiasticamente titolato Massimo Cotto su ôL'INDIPENDENTEö, il
quale ha considerato The Division Bell ôuno sforzo collettivo, come non accadeva pi∙ da
ventÆanni. E, davvero, a tratti, certi tratti, certi brani (ôWhat Do You Want From Meö e
ôPoles Apartö, ad esempio) mandano bagliori di Wish You Were Here... Undici brani che non sono
capolavori, ma soddisferanno, per le loro aperture melodiche, molto pi∙ dei due ultimi dischi..
ôPink Floyd, il mito copia se stesso per non deludereö Φ stato il titolo di ôAVVENIREö. Anche in
questo caso, Gigio Rancilio si Φ sintonizzato sulla stessa lunghezza dÆonda di Monteduro
affermando che le canzoni ôtutte ben suonate, ben cantate e ben arrangiate non aggiungono nulla
alla storia del gruppo. Semmai ribadiscono, una volta di pi∙, la bravura tecnica dei suoi
componenti, ma anche quanto siano ormai poco liberi di sperimentare, timoroso come sono di
tradire il proprio marchio di fabbrica, di deludere. Cos∞, ascoltando The Division Bell, ecco
spuntare moltissimi frammenti sonori di loro canzoni famosi. Quasi che i Pink Floyd si fossero
consciamente copiati per assomigliare ancora di pi∙ a se stessi...ö.
E veniamo ora alle riviste specializzate...Michele Paparelle del ôBUSCADEROö ha affermato che
The Division Bell ôpotrebbe essere il successore di Wish You Were Here e nessuno ci troverebbe
alcunchΘ da dire...The Division Bell Φ rilassante come un letto di contenzione, Φ un ipnotico
che rende lucidi, quieti e disperati, lasciando al paziente solo una soluzione, continuare ad
assumerlo, per placare lÆangoscia...ö.
Molto critico, invece, Stefano Ronzani sul ôMUCCHIO SELVAGGIOö che ha dichiarato che ôgli ultimi
dei dischi dei Pink Floyd non sono tutti uguali come sembra, ma sono loro stessi delle
controfigure e questo vanifica ogni tentativo di rinnovamento. Mason, Gilmour e Wright sono
ormai dei musicisti da laboratorio informatico. Non che sia un reato, ma lÆesagerata ridondanza
di The Division Bell ci fa pensare ad un database mal progettato. Giα dallÆinizio sembra di
trovarci di fronte ad un prodotto divulgativo di una casa di campionatori. Mi chiedo perchΘ
insistano con queste robe mastodontiche...ö.
Molto pi∙ magnanimo, invece, Andrea Alfieri, su ôROCKSHOWö che ha affermato che ömai come con
The Division Bell, Gilmour e soci vogliono dimostrare di avere ancora tantissime cose da dire.
EÆ per questo che hanno confezionato un disco tecnicamente perfetto, in cui sono concentrati
tutti i suoni tipici del gruppo...Se vi aspettate da The Division Bell novitα assolute o la
benchΘ minima innovazione nel sound della band inglese rimarrete delusi. Il nuovo disco Φ,
infatti, un clone ben riuscito di Wish You Were Here...ö.
Giancarlo De Chirico su ôTUTTIFRUTTIö ha giudicato The Division Bell un disco imperdibile,
contraddistinto da brani come ôWhat Do You Want From Meö, ôMaroonedö e ôA Great Day For Freedomö
che ôconfermano come la vena compositiva di Gilmour sia rimasta intatta e, al tempo stesso,
denunciano il permanere di una sola fonte creativa nel gruppo...LÆalbum Φ sicuramente ben fatto
e impeccabile un poÆ monocorde forse solo nella voce, ma la sensazione che i Pink Floyd abbiano
perso la voglia di cercare, purtroppo qualche volta rimane...ö.
Anche il mensile ôRAROö si Φ rivelato piuttosto benevolo nei confronti del gruppo: ôThe Division
Bell Φ un puro distillato di questo nome leggendario, un nome che, semplicemente, per limiti
fisiologici e anagrafici Φ impossibilitato a ripetere le gesta di The Dark Side Of The Moon o
di Wish You Were Here...Giα il fatto di aver realizzato unÆopera allÆaltezza della propria fama
Φ un ottimo risultato e, del resto, i fan dei Pink Floyd non chiedevano nulla di pi∙...ö.
Walter Gatti sullÆinserto del gioved∞ de ôIL CORRIERE DELLA SERAö ha paragonato The Division
Bell a Wish You Were Here ed ha individuato in Gilmour lÆuomo della riscossa: ô...e lÆimpronta
di Gilmour Φ tangibile, perchΘ porta nellÆuniverso pinkfloydiano un ottimismo sconosciuto ai
tempi duri di Roger Waters. Infatti, The Division Bell Φ un tentativi dÆilluminare le possibili
α di contatto ed amicizia fra gli uomini, di costruzione di societα pi∙ aperte e solidali.
Proprio come se a cinquantÆanni si potesse iniziare a sperare in un mondo migliore...ö.
E veniamo ora alle riviste estere...Cominciamo con il settimanale ôNEW MUSICAL EXPRESSö, che ha
sempre criticato aspramente i vecchi ôdinosauriö del rock e, in particolare, i Pink Floyd, tanto
che al nuovo album del gruppo Φ stato assegnato un bel ô3ö, mentre al pessimo album delle Hole
(il complesso di Courtney Love, vedova di Kurt Cobain dei Nirvana) Φ stato attribuito uno
scandaloso ô8ö. Tommy Udo ha scritto: ôNon Φ che questo album sia particolarmente brutto, il
fatto Φ che Φ cos∞ dannatamente anonimo. ôTake It Backö, ôComing Back To Lifeö e ôLost For Words
sono canzoni che producono pochi fremiti. EÆ molto, molto noioso...ö.
Molto pi∙ benevolo nei confronti dei Pink Floyd il mensile inglese ôVOXö, che ha attribuito al
disco un ô6ö di stima. ôQuesto non Φ un album nΘ splendido, nΘ essenzialeö, ha scritto Stephen
Dalton, ôComunque, anche essendo molto indulgenti, rimane stranamente consolante che il tempo
raramente cambia sul pianeta Pink Floydö.
Phil Sutcliffe sul mensile inglese ôQ MAGAZINEö (probabilmente la pi∙ qualificata rivista musica
le degli anni æ90) ha definito The Division Bell un ôbuon albumö, mettendo in risalto il lavoro
di gruppo ed in particolare il contributo di Wright ed il ritorno del sassofonista Dick Parry:
ô...tutto questo pu≥ avere un accento fantasticamente nostalgico, ma sembra che ci sia un suono
, un energico impeto emozionale dietro a ci≥. I primi tre pezzi certamente suggeriscono ci≥.
Essi sono caratteristici, evidenti Pink Floyd... The Division Bell Φ certificata essenza dei
Pink Floyd...dovrebbe essere proprio il lavoro per gli amanti dei Pink Floyd ed un sorprendente
ascolto per chiunque vi si imbatta...ö.
Brad Tolinski, su ôGUITAR WORLDö, a differenza della maggior parte dei critici, considera The
Division Bell ôil primo album dei Pink Floyd fatto dÆumanitα. Con Gilmour saldamente al timone,
la band sembra determinata a travasare fuori alcuni degli eccessi che alimentarono album come
Animals e The Wall e pone le proprie canzoni in un contesto pi∙ umano...In seguito alla alquanto
debole registrazione dellÆ87, A Momentary Lapse Of Reason, sembrava dubbioso che essi avessero
qualcosa di nuovo da comunicare. Ma The Division Bell Φ un pezzo di lavoro disciplinato e
sorprendentemente ingegnoso, dimostrando elegantemente che lÆetα si accompagna spesso alla
saggezza...ö.